giovedì 29 dicembre 2011

In the Morning you Always come Back

Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.

Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.

Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.

La città abbrividisce,
odorano le pietre
sei la vita, il risveglio.

Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.

Sei la luce e il mattino.


Cesare Pavese 

giovedì 22 dicembre 2011

ALLE 3 DI NOTTE

ALLE 3 DI NOTTE


E quando il mio cellulare vibra al buio,
l’occhio verde, alieno, che sbatte e mi sveglia
mi sommuove appena. Il mio passato, prossimo, remoto,
a quest’ora non mi lascia sfuggire.


E’ sbronzo, solo, vuole sentire la mia voce,
anche se penso potrebbe svegliare la moglie
e con lei in persona soddisfare quelle voglie
che gli piace dire gli piacerebbe soddisfare con me.


La notte può scendere pesante, credo lo si sappia,
lenzuola attorte addosso come un cappio.
Non ho più l’età per queste stronzate, di notte o di giorno,
né per essere la sua musa da telefono porno.


Gli dico che non posso parlare, sono in compagnia.
Davvero, queste notti vado a letto con la mia poesia.


(Moira Egan)

domenica 18 dicembre 2011

Champignons

Li incontriamo nel bosco, su una radura:
due spedizioni nel crepuscolo che mute
si osservavano. Tra di noi nervoso
il telegrafico ronzio dello sciame di zanzare.

mia nonna era famosa per via della ricetta
degli champignons farcis. L' ha chiusa con sé nella
sua tomba. Tutto ciò che è buono, diceva,
va riempito di se stesso e poco più.

in cucina poco dopo tenevamo
i funghi all'orecchio e ruotavamo il gambo
in attesa del leggero scatto interno,
alla ricerca della giusta combinazione.

Jan Wagner

giovedì 24 novembre 2011

Poesia d'amore

POESIA D’AMORE



Le grandi notti d’estate
che nulla muove oltre il denaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.

Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare,
del vento che pare l’anima.

E baci perdutamente
sino a che l’avida bocca
come la notte è dischiusa,
portata via dal suo soffio.

Tu vivi allora, tu vivi,
il sogno ch’esisti è vero.
Da quanto t’ho cercata.

Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.

E il bacio che cerco è l’anima.

Alfonso Gatto

martedì 15 novembre 2011

Sono tutto ciò che vedi attraverso i tuoi occhi

Sono tutto ciò che vedi attraverso i tuoi occhi


Sono forte!
Come una pianta in germoglio
Come una gallina fuori dall’aia.
Come il respiro di un bimbo.
Sono forte, davanti al plotone delle ore.
Sono forte come chi sta in fila e non aspetta.
Sono il mucchio di ortiche.
Sono il muro da scavalcare.
Sono come un sasso gettato in mare con noia.
Sono una canzone dedicata alla radio.
Sono il maniaco che si denuda e poi fugge.
Sono un pezzo di scoglio arrampicato di rose...
Sono quel che vedi e nulla di più.
Sono quel che tocchi e tutto ciò che non sai.
Sono qui e qui sarò.
Certo forte
e forse no.


Odea - Mariacristina Brettone

mercoledì 9 novembre 2011

Nave alle tre e mezzo

Non scordarti la nave. 
Passa alle tre e mezzo. 
È già salito chi deve andare. 
Solo un po’ prima degli altri.

Laggiù, a largo, 
non si sentono i motori. 
Figure, piccole, s’appoggiano 
appena nel moto. 
Le loro voci lontane, 
lente nel viaggio 
allungato, portato 
nel blu. 
In alto o in basso è indifferente.

Dovrebbe esserci qualcuno 
come noi – 
con una pietra in mano, 
fredda, liscia e dura.
Dalla nave non la può gettare, 
sulla terra non poteva stare.

Aspettava forse cadesse in quel blu 
affondasse nell’onde 
tra tanti segni finiti.

Eva Taylor




sabato 22 ottobre 2011

Volare?


Volare?

Nella canna fumaria
è cascato un piccione
credo la luce
gli arrivi infondo alle zampe
ridotta brandello di vela.

Non si capisce dalla cucina
se gorgheggia la pace
della prigione
o se intontito spera
voli bianchi di colomba
ancora.

Marco Balzano
Foto: Anastasia Cazabon

sabato 8 ottobre 2011



Le giovani coppie

Le giovani coppie del dopoguerra
pranzavano in spazi triangolari
in appartamenti vicini alla fiera
i vetri avevano cerchi alle tendine
i mobili erano lineari, con pochi libri
l'invitato che aveva portato del chianti
bevevamo in bicchieri di vetro verde
era il primo siciliano della mia vita
noi eravamo il suo modello di sviluppo.

Luciano Erba.

giovedì 29 settembre 2011

QUANDO PRONUNCI IL MIO NOME

 )  ((
QUANDO PRONUNCI IL MIO NOME

La parola diventa rugiada sulle tue labbra.
Dici: albero –
E vedo foreste di alberi.
Dici: pietra –
Non asfalto o cemento,
ma sotto l’acqua punge la roccia.
Dici: bello –
E l’alba fa spuntare tulipani
e il nostro grembo si riempie di primule.
E quando è finito già quasi tutto:
un sigillo rosso prende il posto della tua bocca
quando sciogli lentamente il mio nome.



amy Karolyi)


domenica 18 settembre 2011

Invidia del contrabbasso


Invidia del contrabbasso

Lo guardo che riposa,
il contrabbassista,
e come l'ammanta (certo, è una lei), spontaneo come l'amante
che sistema un maglione sulle spalle
dell'amata.

Poi si risolleva
e la fa entrare, cantando;
la carezza uniforme dell' archetto
sulle corde di minugia, nel vibrato
galleggiano gli accordi, il basso geme.

Glissando, su e giù lungo la gola di lei,
le note si elidono, scivolano presto
nelle successive, il corpo di mogano e il testo
letto da dita istruite che conoscono bene
il braille di Bach & Schumann.

Possente, protratto,
pizzica  il do basso a corda libera
e ciascuna donna lì seduta
sa che ogni innocenza è perduta.

Moira Egan

mercoledì 7 settembre 2011


Consigli al poeta - Philippe Soupalt


Sii come l'acqua
quella della sorgente e delle nuvole
puoi essere iridato o incolore
ma che nulla ti fermi
neanche il tempo
Non ci sono strade troppo lunghe
nè mari troppo lontani
Non temere nè il vento
nè ancor meno il caldo o il freddo
Impara a cantare
senza stancarti mai
mormora e insìnuati
o strappa e travolgi
Balza o zampilla

Sii l'acqua che dorme
che corre che gioca
l'acqua che purifica
l'acqua dolce e pura
perchè essa è la purificazione
perchè essa è la vita per i vivi
e la morte per i naufraghi

domenica 21 agosto 2011

IL MORSO

Solo il morso a tradimento
alla tua mano offerta alla carezza
t'innamora.
E ti vergogni del desiderio
che si riaccende
se è negato,
che si rinnova
se ti ritrovi a guardare
te stesso che si guarda desiderare,
specchio d'una perfezione originaria,
prima che baci e abbracci rovinassero
nella nostalgia dello sguardo
che ancora non sa la risposta
e dubita e trema e s'abbassa
per paura del sì.


Roberto Pazzi - Terme di Comano, 19 settembre 1997 






Foto: Min Byung-Hun

lunedì 15 agosto 2011

Morii per la Bellezza - ma ero appena
Sistemata nella Tomba
Quando Uno che morì per la Verità, fu adagiato
In una Stanza adiacente -
Mi domandò silenziosamente "Perché sei mancata?"
"Per la Bellezza", risposi -
"Ed io - per la Verità - Esse sono Una cosa sola -
Noi siamo Fratelli", disse -
E così, come Congiunti, incontratisi di Notte -
Conversammo fra le Stanze -
Finché il Muschio raggiunse le nostre labbra -
E ricoprì - i nostri nomi –



giovedì 28 luglio 2011

Pare il successo dolcissimo
a chi non l’ha conosciuto.
Solo chi ne sa doloroso il bisogno
conosce il sapore di un nettare.

Non uno della Folla purpurea
che oggi ha conquistato la bandiera
saprà con tanta chiarezza
dire ciò che vittoria è

come chi- nell'agonia
dell'esclusione -battuto- sente risuonare
dilacerato e preciso
lo stridore lontano del trionfo.

(Emily Dickinson, 1859)


Foto: Samuel Rodriguez 

domenica 3 luglio 2011

Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo, 
io sono sempre cinque minuti fa, 
il mio dire è fallimentare, 
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo 
all'essere e non lo so dire, non lo so dire, 
io appartengo e non lo so dire, non lo so dire, 
io appartengo all'essere, all'essere e non lo so dire 

io sono senza aggettivi, io sono senza predicati, 
io indebolisco la sintassi, io consumo le parole, 
io non ho parole pregnanti, io non ho parole 
cangianti, io non ho parole mutevoli, 
io non disarticolo, non ho parole perturbanti, 
io non ho abbastanza parole, le parole mi si 
consumano, io non ho parole che svelino, io non ho 
parole che riposino, 
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza 
parole, mai abbastanza parole 

ho solo parole correnti, ho solo parole serie, 
ho solo parole di mercato, ho solo parole 
fallimentari, ho solo parole deludenti, 
ho solo parole che mi deludono, 
le mie parole mi deludono, sempre mi deludono 
sempre sempre mi deludono, sempre mi mancano 

io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo 
all'essere e non lo so dire, non lo so dire, io 
appartengo e non lo so dire, non lo so dire, 
io appartengo all'essere, all'essere e non lo so dire 

oh! ascolto! 
oh! pazienza dell'udire! 
oh! udire! udire! 
oh! totalità! 
oh! parola piena! 
oh! perdita! 
oh! perdita che mi caratterizzi! 
oh! solitudine da cui parlo! 
oh! essere! oh! esserci! 
oh! cosa che non ti consumi! 
oh! il tutto che ho dimenticato! 
oh! discorso che non puoi essere tradito! 
oh! discorso che non puoi essere tramandato! 
oh! discorso che non puoi essere articolato! 
oh! sapere! oh! verità! 
oh! cangiante, tu, mutevole, tu sempre incinta! 
oh! intelligenza dei sentimenti! 
oh! il mondo della vita! 

Mariangela Gualtieri, Fuoco Centrale, Bologna, I quaderni del Battello Ebbro, 1995


martedì 21 giugno 2011

Da lontano
Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio,
e non c’è piú posto per le parole,
e a poco a poco si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
Pierluigi Cappello






sabato 4 giugno 2011

AZ 626
Ora che le nubi ci lasciano vedere
per intero la curva della terra, nella forma
dei sobborghi senza forma dove dovremo vivere,
ascolto il flusso del sangue nella cuffia alla fine della musica
guardando i mondi degli altri che si incrociano col mio, le loro reti
di paura e desiderio dentro il tubo fragilissimo -
o i gesti che li legano al presente
quando fissano il ghiaccio sul lago inverosimile,
la nostra vita umana otto chilometri più in basso.
Ora so che non ha senso rompere
la miopia che ci fa esistere, vedo diversamente
le monadi che ci proteggono, le loro trame nel disordine;
seguo le macchie di luce che il sole
getta sul paesaggio, il cielo puro e indifferente.

Guido Mazzoni


Foto: Bastienne Schmidt

domenica 22 maggio 2011


Due corpi



Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte due onde

e la notte è oceano.



Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte due pietre

e la notte deserto.



Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte radici

nella notte intrecciate.



Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte coltelli

e la notte lampo. 

(Octavio Paz)



domenica 15 maggio 2011

"Si dice che ogni persona è un'isola,

e non è vero,

ogni persona è un silenzio,

questo sì,

un silenzio,

ciascuna con il proprio silenzio,

ciascuna con il silenzio che è."


"Si dice che..."  ( José Saramago)








martedì 10 maggio 2011

Foglie

Foglie gialle
amici per la pelle
foglie ocra
c'è qualche piccola crepa
foglie rosse
due persone come noi
mai più le stesse
foglie marroni
diventeremo più buoni
foglie arancioni
scappiamo via lontano
e come ti ho scritto
già
teniamoci per mano
foglie amaranto
non voglio il pianto.

Ma all'improvviso
è arrivato.
Dopo l'averti
veramente
amato.

Cinzia Luigia Cavallaro

sabato 7 maggio 2011

Spettro Marino


La sera che siamo tornati per incontrarci
 per la prima volta con nostra madre
dopo il funerale di nostro padre,
sedeva in salotto
su una poltrona insolita per lei, non presso il caminetto.

I capelli imbiancati, assottigliati,
 i tratti trasformati in ossi di seppia,
gli occhi infossati.

Ci siamo baciati e ci siamo diretti traversando la moquette
color rosso fondo a disegni verso il caminetto.

A volte anche il pescatore più incallito
vede quel che c'è nella rete, si volta,
dice: per Dio, rigettalo in mare.

Brian Lynch


giovedì 5 maggio 2011

martedì 3 maggio 2011


 ASPETTO ASCOLTO ARRIVA ATTACCA IL TELEFONO

 
Aspetto ascolto arriva attacca il telefono.
Ma sabbia cade sulla soave slavina di parole,
sento solo lontano sussurrare
lontanissimo il soffio, una speranza
speranza di parole, parole con le spore.

La cornetta, dalla conchiglia nera, parla
alza la testa il serpente argenteo, bisbiglia 
bieco, bislacco, butta botte sull’anima.
Qualcosa comunque accade
quando qualcuno chiama.

E’ notte, è giorno, è niente,
l’oracolo cambia, l’oracolo rimane lo stesso.
Tremo sotto le onde delle ali delle rondini parole,
sillabe cristalline slittano via senza accordo.

Lentamente tagliare i cordoni ombelicali
tagliare le corde vocali
storcere il filo 
tintinnare



(Eva Taylor)

venerdì 29 aprile 2011

Foto: David Kimeman
Sapeva di cantina 
la giacca 
fino al lago
dove sul ghiaccio
punte d’abete strappate
ci sfioravano 
come desinenze di parole
impresse nella neve mezza ghiaccio –
attimi di disgelo

bianche anche le punte dei tuoi capelli
tu dicevi com’è
quando la terra talvolta traspare
nello sguardo su ciò che era

nei nostri discorsi
canoni stanchi di cantina
e ellissi ancora
altri corrono, 
cercano dimenticano
sfinitezza nel lago

(Eva Taylor)