venerdì 29 aprile 2011

Foto: David Kimeman
Sapeva di cantina 
la giacca 
fino al lago
dove sul ghiaccio
punte d’abete strappate
ci sfioravano 
come desinenze di parole
impresse nella neve mezza ghiaccio –
attimi di disgelo

bianche anche le punte dei tuoi capelli
tu dicevi com’è
quando la terra talvolta traspare
nello sguardo su ciò che era

nei nostri discorsi
canoni stanchi di cantina
e ellissi ancora
altri corrono, 
cercano dimenticano
sfinitezza nel lago

(Eva Taylor)

giovedì 28 aprile 2011

Foto: S. Chiappalone

Un motivo da scegliere


Taci
come la porta chiusa di una stanza chiusa
Fermo
tra filari di suoni incantati nel caos
Momenti
di vuoto e di tutto
C’è un motivo da scegliere
con una vita per sbagliare
- Odea

mercoledì 27 aprile 2011


 Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte.

Eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare
che è un’anima al cospetto di sé stessa.


Emily Dickinson

lunedì 25 aprile 2011

Foto: Natsumi Hayashi

di essere anima

di essere anima..


Come te la spiego
questa mia vita?
Di semi coltivati
orfani di nascita.
Di nuovi inizi attesi
rimasti come il bacio
di Luna al Sole.
Di promesse del destino
come bamboline russe
fatte di creta.
Dei talenti
chiusi nella valigia di uno zingaro.
Puoi crederci?
Come te la descrivo la rosa rossa
sul mio comodino
che mi osserva nel sonno
e mi attende al risveglio?
Come te lo spiego
che il mio guerriero
non s’addormenta?
Non vedi che di notte
c’è sempre cielo di stelle?
Ci credi?
Come te lo dico che
muovere i polmoni
è spostare piombo?
Che amare in contumacia
mette spine al tempo?Puoi credermi?E ti nascondodietro un sorrisoe solitudini oreper rispetto alla mia dignità.Ora però, per favore vai altrove
e cerca dimentica.(Odea)




CURTIS WEHRFRITZ  As Above, So Below, Andrea

domenica 24 aprile 2011


Libro di neve

Hai lasciato un libro di neve sul tavolo
si sta sciogliendo in piccole gocce
le tue parole ad una ad una sul marmo
le sento e leggo per tutto l’inverno
dei tuoi passi sulla terra di ghiaccio
delle storie che raccondi con poche parole.

E vedi qui ora la bocca solitaria
si apre si chiude per dire qualcosa
la lingua nel suo silenzio diligente
fa cadere lettere sparse
e quello che esce è brontolio.

Di nuovo prendo il libro di neve
gli occhi si perdono su pagine-cristalli
si vedono gli archi di Strada Maggiore
L’immagine sfocata della neve grigia.
E l’inverno è breve e la luce è spenta
e di poco si allungano le giornate la sera. 

Eva Taylor
Foto: Bastienne Schimdt,  The Lamp, Shelterisland, 2005

sabato 23 aprile 2011

Scottate la lingua sulla fiamma viva
levatele la pelle
tagliatela a fettine.
Fate appassire in frasi fatte le parole.
Aggiungete una rosa, petali e spine,
portatele a bollire
con un po’ di buon rimpianto,
salate, leggete.
Il tempo di cottura non è stabilito,
provate a parlare di tanto in tanto.
Se qualcuno vi risponde
o se qualcosa vi risuona dentro
staccate dal fondo
spegnete il fuoco.

Servite caldissima.

(Eva Taylor, Echi di lingua madre)
Io vivo con due bocche
e parlo con tre lingue.
Forse per questo
le parole si spezzano
come denti in frammenti:
in polvere si posano sull’ortografia
e la nascondono.
E non c’è corona che tenga i tessuti orali.

Eva Taylor, L’igiene della bocca