sabato 13 ottobre 2012


(Non siamo in cielo meno)

Non siamo in cielo meno
di quelle stelle



chiudi gli occhi:  e il mondo

è escluso, dico io
è incluso, dici tu



è mondo ciò che deve essere protetto

custodito e traslato
dall'esterno all'interno della sera


e ciò che di notte

va facilmente smarrito


è un’inattesa serata con diapositive,

dici tu, lingua, sortilegio
e noi le centrali elettriche
perennemente a produrre luce


sono stelle, dico io, gemme

per gente che raramente resta casa


Marion Poschmann 






FotoElena Oganesyan

giovedì 4 ottobre 2012

Silenziosa, svettante,
la luce del primo autunno
ha brillato fuori dalla finestra.


Mi manchi.

Ryszard Krynicki



giovedì 26 luglio 2012




Solitudine


Sono scesa sulla spiaggia
a rincorrere un’ombra.

Soltanto folate di vento
arrivano
a strapparle dei lembi.

Allora salgo su una barca
e avviticchio
ostinatamente parole
ad un’ancora.

Non mi risponde
che la voce del mare.

Ma parliamo
lingue diverse.

                   
Vera Bianchini

Foto: Bernard Plossu

sabato 26 maggio 2012

Tutte le somiglianze




sono uguali
nei nostri confronti  
la notte  si mostra
disponibile
quando tu parli
non posso   che parlare
quando taci 
il silenzio diventa comprensibile
quando il caldo entra da fuori
non abbiamo nessuno di fronte
costretti l’uno dentro l’altro
il tutto non passa altrimenti
comportarsi con seduzione 
e lasciarsi con fatalità
alla fine la città
ad ogni ora piena
appartiene al mare.

Johannes Jansen

martedì 3 aprile 2012

(Nella settima notte)

 nel sogno le colline
si allontanano da me. sono
i miei seni. nel sogno
perdo ciò che mi è
stato caro, svanisce
la candela, la calza rosa,
la scarpa e le chiavi. diventerò
cercatrice di funghi. andrò
nei campi, con un cestino. di fronte a me
un cane nero che scava.
piegata, segretamente sul bordo di una
collina, lo vedo, dissotterra
tartufi, il terreno è buio
e selvaggio. In larghe maglie
il mio pullover rosso mi pende sulla
pancia. una mano calda si posa
sul mio orecchio. il mio corpo ritorna
da me. cerniere lampo
scattano su e giù.

Ulrike Draesner

Foto: David Hamilton

lunedì 5 marzo 2012

L' uomo pubblico



L'ho sentito 
al mattino, prima del risveglio, 
gemere e lamentarsi

Di giorno 

conduce e risolve questioni di portata mondiale 
e si fa carico dei problemi del popolo


Di giorno 

decide risolutamente 
dei destini della gente 
ma fino a tarda notte 
stende una pomata che brucia 
sulla sua ferita ardente

Mentre ne cura una 

ne apre un'altra che pulsa

L' ho sentito 

quant' è vero Dio 
gemere e lamentarsi 
al mattino.

Abdulah Sidran

mercoledì 8 febbraio 2012

11

Succede di tutto quando il mescal che bevi è troppo.
Una sera che non avevo mangiato niente
lui continuava a offrirmi da bere. Sono, purtroppo
una tipa che quasi si innamora se si sente riconoscente,
e visto che lui era un gran fico e un sacco
generoso, il minimo che potessi fare,
la bella e la bestia, sale e limone – dolci leopardi di Bacco –
forte e tenero, come più ti piace, fu di farmi baciare,
e quando è arrivato il suo amico mi sentivo così poco pignola
e così generosa che mi sono fatta baciare anche dal nuovo venuto.
È il verme che c’è dentro, ha chiesto allora il compare,
che ti fa fare le cose che ti fa fare?
Non so se intendesse il verme o il tarlo: quello bevuto
nel mescal, o quello che mi rode dentro quando sono sola?

Moira Egan


sabato 14 gennaio 2012

Nevicata con cane

Erano asterischi di cristallo
ad azzerare il fondo della strada, e noi con loro,
ci accarezzava picchiando
sui cappelli a dirci basta, tramutatevi,
non lasciate che tutto questo bianco vi riassorba,
perfino il cane zoppo che vi scorta
puó darsi insegua un'altra idea di sè, più sana,
mentre saltella infreddolito fra le case
e voi che passeggiate accosto ai muri
cercando nelle cose della terra
l'assoluto …

Massimo Morasso